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Pastorale della consolazione Riduci
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L'abbraccio Riduci

Abbracciare è circondare e stringere con le braccia: è un gesto che implica comprendere, contenere, includere, accettare, dedicarsi. L’abbracciarsi indica la reciprocità, la vicendevolezza.
L’abbraccio è uno di quei gesti che trasmettono affetto, fiducia, protezione e lo fanno attraverso una comunicazione non verbale e quindi gestuale molto  profonda.   


L’abbraccio avvicina le persone aumentandone l’empatia e la confidenza reciproca. L’abbraccio comunica la condivisione di situazioni e stati d’animo in tutte quelle che sono le vicissitudini della vita, che possono essere momenti di dolore o di gioia, apertamente espressi o anche non espressi. L’abbraccio è un gesto saldamente legato ad abbattere le ostilità, le contrarietà, le inimicizie favorendo l’amicizia, la benevolenza, la bonarietà, la serenità e la pace.

L’abbraccio è un gesto che suscita gioia. L’abbraccio non è solo un incontro tra due corpi, ma è un modo per aprire il nostro cuore, esso comunica la disponibilità a entrare in relazione con l’altro.
Nella nostra società la cultura dell’abbraccio si è persa ed è stata sostituita dall’individualismo e dalla comunicazione elettronica e virtuale. Questo ci rende tutti più tristi. Tuttavia, le visite e gli incontri di Papa Francesco in tutto il mondo sono caratterizzati da questo semplice gesto che egli dispensa con grande generosità a persone di ogni tipo e a personalità. Diffusissime sono le immagini di questo Papa che abbraccia una quantità incredibile di persone. Alcuni suoi abbracci restano nella storia della chiesa e della cristianità come momenti di comunione in grado di aprire prospettive nuove. Si può dedurre che Papa Francesco ci invita a fare dell’abbraccio un nostro stile di vita.
Da un punto di vista della fede, in Gesù crocifisso, Dio stesso è venuto ad abbracciare l’umanità e si è fatto abbraccio di grazia per tutti; un abbraccio che suppone la libera risposta dell’uomo, come spiega Agostino: “Dio che ti ha creato senza di te, non ti salva senza di te”. La croce rappresenta l’abbraccio infinito di Dio-Trinità all’umanità, vertice e paradigma di ogni abbraccio, e chiama a un’adesione da cui dipendono il senso della vita di ognuno e la sua stessa sorte eterna.


Nella Liturgia il saluto o il segno della pace fatto con una stretta di mano o meglio con l’abbraccio è un segno di accoglienza, di riconoscimento di sacralità dell’altro, perché anch’egli è figlio di Dio e portatore di benedizione. L’abbraccio diventa sostegno in tante situazioni svantaggiate, difficili, aumenta la consapevolezza di un’unica fraternità, dell’altro come dono.

 (Stefano Becagli- psicologo- Milano Il sigificato psicologico dell’abbraccio)
Cf P. LOMBARDO, Impariamo ad amare, Vita nuova, Verona 2006, 231-232.
 (Giorgio De Stefani- Dimensione e speranza)

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Ministri straordinari dell'eucarestia Riduci

Benedetto XVI, nella “Spe Salvi,35” scrive che Dio si è fatto uomo per poter COM-PATIRE con l’uomo, in modo reale, in carne e sangue, come ci insegna il racconto della Passione di Gesù. Da lì in ogni sofferenza umana è entrato UNO che condivide la sofferenza e la sopportazione; da lì si diffonde in ogni sofferenza la CON-SOLATIO, la consolazione dell’amore partecipe di Dio e così sorge la stella della speranza.
Riflettiamo sulla parola di San Paolo 2°Corinti 1,3-7:


Sia benedetto Dio, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio.Infatti, come abbondano le sofferenza di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.Quando siamo tribolati,è per la vostra consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le medesime sofferenze che anche noi sopportiamo.La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche nella consolazione.

I ministri straordinari della comunione sono presenti ad ogni messa  domenicale e festiva  per la distribuzione della santa comunione ,  per designare i lettori e chi ritira la offerte. Mensilmente si recano nelle case per visitare e portare la Santa Comunione a malati e anziani impossibilitati a frequentare la messa in parrocchia.
Nell’esercizio del loro ministero,   portando l’eucarestia ad anziani e malati,  diventano testimonianza della  comunità che si mette al servizio dei fratelli più fragili.

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testimonianza Riduci

Nella parrocchia di Sant’Urbano a Preganziol mi dedico a portare la comunione nelle case a malati e anziani e a incontrare persone in difficoltà o sofferenti per vari motivi. Non sempre è facile approcciarsi alle persone ed entrare in relazione con loro. La mia esperienza come infermiera mi ha portato a capire che alcuni piccoli gesti quali una carezza, una stretta di mano, uno sguardo, un sorriso, un abbraccio se fatti con il cuore hanno un grande effetto nella persona che, “misteriosamente”, si sente accolta, compresa, consolata. Attualmente, portando Gesù Eucarestia, cerco di continuare questo stile in particolare con l’abbraccio.  
E’ nell’abbraccio con le persone che si attualizza e si rende visibile quella forza,  comunione, pace, gioia che viene dal Signore.  E’ dopo l’abbraccio con l’altro che mi sento riconfermata dal Signore a svolgere il servizio. Come non vedere in tutto questo l’abbraccio stesso di Dio? La sua presenza? Il suo accompagnarci, tenerci per mano e abbracciarci tutti?

Tiziana

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Preghiera di SANT’EFREM IL SIRO. Riduci

Signore Gesù Cristo,
che hai potere sulla morte e sulla vita
tu conosci ciò che è segreto e nascosto,
i pensieri e i sentimenti non ti sono velati.
Guarisci i miei raggiri e il male fatto nella mia vita.

Ecco la mia vita declina di giorno in giorno,
ma i miei peccati crescono.
Signore, Dio delle anime e dei corpi,
Tu conosci l’estrema fragilità della mia anima e del mio corpo,
concedimi forza nella mia debolezza,
sostienimi nella mia miseria.

Dammi un animo grato:
che mi ricordi sempre dei tuoi benefici,
non ricordare i miei numerosi peccati,
perdona tutti i miei tradimenti.
Signore non disdegnare questa preghiera,
la preghiera di questo misero.
Conservami la tua grazia fino alla fine,
custodiscimi come per il passato. Amen

SANT’EFREM IL SIRO (306-373) DIACONO E TEOLOGO.

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Pastorale degli anziani e malati Riduci

I sacerdoti e la comunità si fanno vicini ad anziani e ammalati che non possono muoversi dalle proprie case o che sono all’ospedale.

E’ opportuno avvisarli per indicare loro l’indirizzo e la struttura dove sono ricoverati.
Canonica Sant’Urbano:
tel: 0422633046

 

SAPIENZA E SAGGEZZA  Papa Francesco e gli anziani
Il 15 Marzo 2013, incontrando tutti  i Cardinali nell’Aula Clementina ha detto:
Siamo nella vecchiaia, è la sede della sapienza della vita. I vecchi hanno la sapienza di aver camminato nella vita,  come il vecchio Simeone , la vecchia Anna al Tempio. E proprio quella sapienza ha fatto loro riconoscere Gesù. Doniamo questa sapienza ai giovani: come il buon vino, che con gli anni diventa più buono, doniamo ai giovani la SAPIENZA della vita”. Mi viene in mente quello che un  poeta tedesco diceva della vecchiaia “ è il tempo della tranquillità e della preghiera” e anche di dare ai giovani questa saggezza.

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Il vescovo Riduci
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Riduci
Membra vive della chiesa
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una vita eucaristica Riduci

Il ministro straordinario della distribuzione dell’eucaristia deve vivere una intensa pietà eucaristica.
1. Prima di tutto deve coltivare una autentica partecipazione alla celebrazione della messa nella quale egli tende a fare propri i sentimenti di Cristo: la sua azione di grazie, la sua offerta al Padre per i nostri peccati, la sua supplica perché si compia il regno di Dio sulla terra. Vale soprattutto per la messa la raccomandazione di Paolo ai Filippesi: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono anche in Cristo Gesù”(2,5).
Non è sufficiente essere fisicamente presenti alla celebrazione eucaristica. E’ necessario entrare nella pietà filiale di Cristo verso il Padre e farla propria.
Senza un minimo di tale unione interiore a ciò che si compie sull’altare non si riceve alcun vantaggio spirituale dalla messa.
L’attenzione della fede, per una più forte unione di carità a Cristo, deve essere portata soprattutto ai tre momenti chiave della messa:
a) L’ascolto della Parola per l’aumento della fede;
b) L’offerta di Cristo, del suo sacrificio e di noi stessi durante la preghiera eucaristica;
c) La comunione come partecipazione piena al sacrificio, comunione con Cristo e con tutti i fratelli in Cristo.

2. In secondo luogo è necessario che tutta la vita graviti intorno alla messa e che da questo sacramento si attinga la forza di vivere l’amore.
Chi ha partecipato all’eucaristia ha ricevuto in sé la volontà di darsi per amore al Padre e ai fratelli come ha fatto Cristo nel suo mistero pasquale.
Vivere la messa vuol dire vivere la carità nelle sue due dimensioni inseparabili: verso Dio e verso i fratelli fino all’unità.
La prova della verità e dell’autenticità dell’incontro con Cristo nell’eucaristia sta conseguentemente nel saper vivere il rapporto con Cristo presente nel fratello, specialmente nel povero. Gesù infatti, ha delegato gli uomini, in modo particolare quelli che soffrono, a ricevere concretamente quell’amore che chiede per sé. Di questo ci sarà chiesto conto nell’ultimo giorno. Su questo saremo giudicati (cfr. Mt. 25,34-46). “Alla sera della vita saremo giudicati sulla carità” (San Giovanni della Croce).
Guai a dimenticare il rapporto inscindibile tra la presenza di Cristo nella sua parola, nel sacramento e nel fratello!
Portare l’eucaristia ai fratelli, soprattutto ammalati e anziani, significa portare loro Cristo e servire in loro Cristo.

3. Da ultimo il ministro straordinario deve alimentare un’intensa pietà verso la presenza di Cristo che perdura nelle specie consacrate.
La pietà che lo spinge a prostrarsi presso il tabernacolo lo attrae a partecipare più profondamente al mistero pasquale e a rispondere con gratitudine al dono di colui che con la sua umanità infonde incessantemente la vita divina nelle membra del suo corpo. Trattenendosi presso Cristo Signore, egli gode della sua intima familiarità e dinanzi a lui apre il suo cuore per se stesso e per tutti coloro ai quali porta l’eucaristia e prega per la pace e la salvezza del mondo.
        

Da “Il ministro straordinario della comunione” di Augusto Bergamini
 Sussidio pastorale di formazione
Ed. San Paolo

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