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ANNUNCIO PARROCCHIALE
29 giugno 2025 Santi Pietro e Paolo apostoli
IL CASTING DI GESÙ
Perché Gesù, tra tutti gli apostoli, ha scelto proprio Pietro come capo della Chiesa? Il Vangelo non ne spiega chiaramente il motivo. Pietro non era il discepolo più anziano - probabilmente era Giacomo il Maggiore, figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni. Non fu neanche il primo a essere chiamato: il primo fu suo fratello Andrea, detto appunto "Protocleto", il Primo Chiamato. Non era il più intelligente - questa qualità sembra appartenere a Giacomo, come si intuisce dalla sua Lettera. Non era il più ricco (faceva il pescatore), né il più fedele (ha rinnegato Gesù per ben tre volte). Non era neanche il discepolo più amato - il quarto Vangelo ci dice che il discepolo prediletto era Giovanni. Non era neppure il più mite o prudente: era impulsivo, istintivo, a volte sfrontato (per guidare la Chiesa servirebbe equilibrio, diplomazia, discernimento). Ma allora perché Gesù ha scelto proprio lui?
Quando gli uomini devono scegliere qualcuno per un incarico importante, fanno dei casting o concorsi. E scelgono i migliori: i più capaci, quelli che già possiedono le qualità richieste.
Anche Gesù, in un certo senso, ha fatto un "casting" per scegliere i suoi discepoli. Ma il suo criterio è radicalmente diverso: non sceglie i più bravi, ma chi è disposto a mettersi in gioco; non sceglie chi è già perfetto, ma chi si lascia trasformare; non sceglie chi ha le abilità, ma abilita quelli che sceglie. Non cerca curricula impeccabili, ma cuori infiammati di passione, desiderosi di camminare con Lui. Per questo il suo casting è aperto a tutti. Nessuno escluso.
E le domande che fa sono due - le stesse rivolte a Pietro. La prima è: "Ma voi, chi dite che io sia?", è la professione di fede. La seconda l'ha ripetuta tre volte a Pietro: "Mi ami?", è la professione di amore.
Un'ipotesi: e se Gesù avesse scelto Pietro proprio perché lo aveva rinnegato? Sì, proprio così. Perché Pietro aveva fatto l'esperienza più profonda e trasformante: quella del perdono. Dopo aver toccato il fondo, si è pentito e ha pianto amaramente. E in quelle lacrime, Gesù lo ha sollevato, guarito, perdonato. Gesù aveva detto in un'altra occasione: "Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece, colui al quale si perdona poco, ama poco". Gesù ha scelto Pietro proprio perché, dopo essere caduto, avrebbe amato di più. E, infatti, darà la vita per Lui.
E noi? Ci stiamo preparando al "casting di Gesù"? Non basta aver peccato molto: bisogna amare molto, convertire il peccato in amore, trasformare le ferite in feritoie da cui entra la luce.
Anche Paolo, che oggi celebriamo insieme a Pietro, ha fatto lo stesso passaggio: da persecutore accanito dei cristiani a innamorato di Cristo. Dopo essere stato perdonato molto, ha amato molto. Fino a donare la sua vita. Loro due hanno superato il "casting di Gesù". Interrogati sulla fede e sull'amore, hanno risposto con la loro vita.
Gesù oggi, nel Suo casting, chiede anche a te: "Mi conosci?", "Mi ami?". Qual è la tua risposta?
Padre Ezio Lorenzo Bono
Preghiera ai santi Pietro e Paolo
Santi Pietro e Paolo, che avete portato nel mondo il nome di Cristo e a lui avete dato
l’estrema testimonianza dell’amore e del sangue, proteggete ancora e sempre questa Chiesa,
per la quale avete vissuto e sofferto.
Conservatela nella verità e nella pace, accrescete in tutti i suoi figli la fedeltà inconcussa alla Parola di Dio,
la santità della vita eucaristica e sacramentale, l’unità serena nella fede, la concordia nella carità vicendevole,
la costruttiva obbedienza ai pastori.
Che la Chiesa continui a essere nel mondo il segno vivo, gioioso e operante del disegno redentivo di Dio e della sua alleanza con gli uomini.
Così essa vi prega, con la trepida voce dell’umile attuale vicario di Cristo, che a voi, o santi Pietro e Paolo,
ha guardato come a modelli e ispiratori.
E così custoditela, questa Chiesa benedetta. con la vostra intercessione, ora e sempre, fino all’incontro definitivo
e beatificante col Signore che viene.
(Paolo VI)