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ANNUNCIO PARROCCHIALE
25 maggio 2025 VI di Pasqua
Se uno mi ama, prenderemo dimora presso di lui
Un’antica leggenda racconta che san Giovanni evangelista, vecchio e ormai sul suo letto di morte, continuava a mormorare: “Figli miei, amatevi gli uni gli altri, amatevi gli uni gli altri...”. Questo testamento di Gesù, che egli ci ha trasmesso, era per lui molto importante. E, certamente, questo amore non era facile nemmeno in quei tempi. Non è mai così necessario parlare d’amore come là dove non ce n’è. È la stessa cosa che succede per la pace: non si è mai parlato tanto di pace come oggi, e intanto si continua a fare la guerra in moltissimi luoghi. Ma, proprio su questo punto, il Vangelo di Giovanni pone un’importante distinzione: c’è una pace di Gesù e un’altra pace, data dal mondo. San Giovanni attira la nostra attenzione sul fatto che noi non dobbiamo lasciarci accecare dalle parole, dobbiamo tenere conto soprattutto dello spirito nel quale esse sono dette. Dio ci ha mandato lo Spirito Santo per insegnarci la sua volontà. Il suo Spirito ci insegna anche a penetrare il senso delle parole. Possiamo allora rivolgerci a lui quando siamo disorientati, quando ci sentiamo deboli, quando non sappiamo più cosa fare. È un aiuto al quale possiamo ricorrere quando ci aspettano decisioni difficili da prendere. Egli ci aiuta! 
Un pesante rimprovero
Un filosofo indiano nostro contemporaneo, Sudhu Sundar Sing, ha scritto a proposito dei cristiani europei: «Un giorno io stavo seduto sulla riva di un fiume. Presi dall’acqua un bel sasso rotondo, e lo spezzai. L’interno era perfettamente asciutto. Quel sasso giaceva in acqua da tanto tempo, ma l’acqua non era riuscita a penetrargli dentro. Allora pensai che la stessa cosa succede agli uomini in Europa. Da secoli il cristianesimo li circonda, ma non è penetrato, non vive in loro. L’errore non sta nel cristianesimo, ma nel cuore dei cristiani, che è impenetrabile come il duro sasso del torrente». (TOMMASO TOSCHI, Gandhi ai giovani)
Sant’Urbano papa e martire:
Ci sono molti racconti leggendari che riguardano Urbano. 
Di certo egli fu romano di nascita e papa per otto anni. Il suo pontificato trascorse durante l'impero di Alessandro Severo, un periodo senza persecuzioni. La sede romana era però divisa dallo scisma di Ippolito, sebbene non abbiamo notizie delle relazioni intercorse tra i due. Fu sepolto nel cimitero di Callisto, dove è stata trovata una pietra sepolcrale con il suo nome scritto in lettere maiuscole.
La sua esistenza storica è certa: è citato da Eusebio e nel Liber Pontificalis
Preghiera per l’anniversario della consacrazione della chiesa parrocchiale
O Dio nostro Padre, ascolta la preghiera del tuo popolo che ricorda con l’anniversario della dedicazione della chiesa parrocchiale, tua casa in mezzo alle nostre case.
Qui la Comunità degli uomini è convocata nell’ascolto della tua Parola e nella celebrazione dei tuoi divini misteri.
Qui la Comunità cristiana vive i suoi momenti di gioia e di dolore.
In questo luogo santo, continua l’opera della redenzione.
Qui il fonte della grazia battesimale continui a generare nuovi figli.
Qui la santa assemblea accorre per nutrirsi della Parola e del Corpo di Cristo.
Qui il peccatore trovi misericordia, il povero ascolto e aiuto.
Qui sempre risuoni lieta la liturgia di lode e la voce degli uomini si riunisca al coro degli angeli.
Qui salga a te, o Padre, la preghiera per la salvezza del mondo, affinché tutti giungiamo alla gioia piena nella santa Gerusalemme del cielo. Amen